1997. 28 febbraio.

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Andrea Carloni, teen-ager anconetano, a bordo del suo motorino torna a casa. Dopo una lezione di scuola guida. Una scena come tante, tantissime, sulle strade italiane: un’auto non si ferma allo stop e lo investe in pieno. Il casco attutisce sì il colpo ma a poco serve. Andrea perde la conoscenza. Il ricovero immediato all’Ospedale regionale delle Torrette è foriero di un verdetto preciso quanto implacabile: coma profondo a seguito di trauma cranico. Andrea non si risveglia più. Viene trasferito all’Ospedale <<Umberto I>>, della città marchigiana, dal quale passa all’Istituto di riabilitazione dell’Ospedale <<Santo Stefano>>, a Porto Potenza Picena, struttura all’avanguardia nell’assistenza e nel recupero di soggetti traumatizzati.
 

Tante cure ed attenzioni, un padre, Alfio, che con tutta la famiglia non lo lascia un attimo e che non disdegna mai di sperare in un risveglio che invece si allontana sempre più. Nonostante l’impegno dei sanitari e dei familiari. Trascorrono cinque mesi. Cinque interminabili, lunghissimi, mesi durante i quali il ragazzo non dà alcun segno di ripresa. Un amico consiglia Alfio, tra le tante, di provare con il figlio anche l’audio-terapia ovvero l’ascolto di suoni, parole e musiche familiari al fine di invogliare il ritorno alla vita dal coma. Ed Alfio, di professione guardia giurata, ricordando la grande passione di Andrea per il Milan non si perde d’animo e scrive a Silvio Berlusconi chiedendo al presidente rossonero un nastro con l’incisione dei saluti degli idoli di Milanello, Baresi, Maldini, Costacurta.

 

 

Per farlo ascoltare ad Andrea. Ed il Cavaliere risponde. Facendo di più. L’appello si apre con il nome del ragazzo pronunciato per tre volte da parte del Presidente, e continua con la promessa di un incontro con la squadra del cuore, con Franco Baresi e con Paolo Maldini. <<Noi>>, dice Berlusconi nel nastro, sapendo che il suo interlocutore è ancora un ragazzo, una persona quindi capace di sognare, << ti aspettiamo per fare proprio questo, pensa che potresti avere le nostre maglie, un pallone firmato da tutti, potresti andare sui campi di Milanello insieme agli altri giocatori. Fai uno sforzo di fantasia, puoi vedere il prato verde, un verde brillante, curatissimo.

 

Qui a Milanello c’è uno scenario bellissimo, ci sono gli alberi, tanti alberi, tanti fiori, gialli, rossi, sono veramente belli e profumano, perché, Andrea, è primavera. Io lo so che tu hai sentito dolore, che hai sofferto, che il tuo corpo ha sofferto e forse per questo hai paura e non vuoi tornare, ma tu devi essere coraggioso, devi avere coraggio. Tu lo sai>>, continua Berlusconi, <<che anche altre persone, tra cui anche un nostro giocatore, Lentini, hanno avuto degli incidenti e per questi incidenti hanno perso per un po’ di tempo la capacita’ di vedere, di sentire, di capire, di parlare, poi hanno messo in gioco la loro volontà, hanno ripreso conoscenza e hanno recuperato interamente tutta la loro sensibilità, e ora sono in grado di vedere attraverso i loro occhi, di sentire con le loro orecchie, di sentire gli odori, di toccare le persone, di toccare le cose con le loro mani. Se ci sono riusciti gli altri, puoi farlo anche tu, Andrea. Se tu lo vuoi, se tu lo desideri, io aspetto una risposta. Mi raccomando>>. Ed Andrea rispose. Un giorno, dopo innumerevoli riavvolgimenti del nastro, il giovane anconetano aprì gli occhi. Riconobbe.

 

Pian piano rispose. E dopo lunghe, lunghissime, cure lasciò l’ospedale e non mancò, ovviamente, dopo che si fu ristabilito, di recarsi a Milanello dove conobbe i suoi idoli ed il Cavaliere. Che era stato precedentemente inflessibile con Alfio: la notizia del risveglio del figlio il Cavaliere. Che era stato precedentemente inflessibile con Alfio: la notizia del risveglio del figlio non avrebbe dovuto essere rivelata alla stampa se non dopo le elezioni amministrative che si stavano svolgendo proprio nei giorni del <<miracolo>>. Nessun sciacallaggio politico della vicenda, aveva chiesto il leader di Forza Italia. E così era avvenuto.

 

Andrea non è stato l’unico ad uscire dal coma a seguito dell’audio-terapia. Un giovane romano, Gianluca Sciortino, nel 1993, raccontano le cronache, era pure uscito dal coma ascoltando le canzoni di Antonello Venditti, il suo cantante preferito. Oggi Andrea a Gianluca sono due ragazzi felici, ritornati alla vita dopo la morte apparente del coma profondo. Grazie all’amore dei familiari. All’amore di Alfio Carloni. Alla passione per Venditti. E, perché no, grazie a Silvio Berlusconi. Con buona pace di Veltroni, che i miracoli in Terra oggi li vuole solo dal messia Obama. Con buona pace di Napolitano. Con buona pace di Eluana Englaro, che ha avuto, purtroppo, un altro padre ed altri <<amici>>.

 
De Pascali Antonio

ASSOCIAZIONE MARCHIGIANA TRAUMATIZZATI CRANICI “Andrea” ODV
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