30 aprile 2019
 
Sono Letizia Marcore,
ma al Santo Stefano mi conoscono tutti come la “mamma di Francesca”.
 

L’assistente sociale della struttura, Ester Stefoni, in una nostra chiacchierata, mi ha regalato un braccialetto, con una scritta “Ricominciare da zero”.

 

Voglio così provare a raccontare cosa significa per me questo “ricominciare”.
Io e Francesca siamo approdate il 17 settembre 2018 in questa struttura di riabilitazione, il Santo Stefano, a Porto Potenza Picena, nelle Marche, da Pescara, la nostra città.
Il 17 agosto del 2018 la mia vita e quella della mia famiglia si è fermata: Francesca, 17 anni, di ritorno da una serata col suo motorino, si è scontrata contro una macchina, a gran velocità …

 

… Il citofono che suonava di notte, i vigili che ci hanno svegliato, la corsa alla rianimazione di Pescara, le parole della dottoressa “trauma cranico”, “coma spontaneo”, la notizia che potevamo perderla, il dolore lancinante che toglie il respiro … Francesca è stata lì un mese esatto: il coma farmacologico, l’intervento salvavita, i primi 20 giorni, i più importanti … Io scrutavo lo sguardo della dottoressa della rianimazione per cogliere la “speranza” e ogni giorno superato era un giorno in più verso la vita … Altri due interventi, il risveglio dal coma, i suoi primi sussulti involontari sotto gli occhi miei e di Sara, la più grande delle mie figlie, il pianto di gioia nel rivederla “muoversi”.

 

Ci riconosce tutti, ci sorride, comincia a muovere tutto il corpo, devono legarla perché non si faccia male … L’intervento dell’opercolo pochi giorni prima di partire per la riabilitazione … “Francesca ora deve lavorare”, così dice la dottoressa!
Sono felice come non mai … Francesca esce dalla rianimazione … è viva … è salva!
Io parto con lei quel giorno, mi trasferisco a Porto Potenza, non so dove dormirò, ho la valigia con me … ci accompagnano il papà di Francesca e le sue sorelle, le mie figlie!

 

Eh sì, al dolore per Francesca si aggiunge quello della lontananza dalle mie figlie, Sara ora di 22 anni, Laura di 20 e Diletta di 16. Francesca ha compiuto i suoi 18 al Santo Stefano il 16 ottobre. Niente è passato inosservato; abbiamo festeggiato i compleanni come abbiamo potuto, abbiamo fatto festa alla vita che tornava, senza fretta, con gratitudine! I primi mesi fino a dicembre sono stati i più duri: Francesca è stata ricoverata all'URI: il risveglio dal coma è stato lento e graduale ...

 

 

 

La mia presenza ha permesso di portarla spesso fuori con la sua carrozzina, la sua copertina, all’aria aperta e in saletta dove ci raggiungevano spesso le sorelle, gli amici, i parenti, dove ascoltava la musica, io cantavo e mettevo in atto strane pantomime sperando di divertirla un po’. Mesi duri sì … il sondino, la tracheotomia, il catetere, al letto Franci era sempre legata perché si toglieva il sondino tante volte al giorno (la sua forza fisica è intatta), e grattava con forza la testa estremamente delicata; le ferite per due volte si sono aperte …

 

Si va a Pescara a mettere i punti, i medici sono preoccupati … forse bisogna “riaprire”.

 

 

Francesca sorride sempre più spesso, respira da sola, toglie il catetere; è una vera “peste”, come prima, più di prima. Vuole fare la pipì in bagno … il dott. Gironelli mi rimprovera … è presto, troppo presto … ma Francesca scalcia!
L’emozione più grande: la sua prima parola “mamma” L’ha detta due volte … sono uscita dal Santo Stefano telefonando come un’ossessa alle mie figlie … la notte mi torna quel suono soave, che mai dimenticherò!

 

Francesca comincia a scrivere su un quaderno, non parla ancora, risponde per iscritto e con segni delle mani alle mie e alle nostre domande; ricorda molte cose, ricorda le date dei compleanni, i professori, i suoi amici, la sua memoria è presente … impazzisce di gioia quando vede le sorelle!
Un bel giorno, in saletta, in presenza loro, finalmente si scioglie la parola …

 

Alla domanda di Laura “ma mi vuoi bene?” parte il primo “SI’”, forte e chiaro, e poi il suo primo “ti voglio bene” e poi tanto altro!
Francesca ricomincia a mangiare, sputacchia ogni cosa, mi chiedono di collaborare cucinando ciò che lei gradisce di più … La sua prima pasta frullata è finita tutta in faccia alla giovane terapista che ha il triste incarico di svezzarla … ma poi piano piano Francesca parte, e a Natale, festeggiato in una sala del Santo Stefano con le mie figlie, ha rimangiato il mio timballo e ha scartato i doni messi sotto l’albero.

 

Francesca è pronta per essere trasferita al reparto B2; la riabilitazione assume una marcia in più …
I terapisti la mettono in piedi … e arriva il giorno che vedo Francesca camminare, prima con l’appoggio, poi da sola, e fa le scale, e fa la bici, e corre, corre …

 

Con la logopedia torna la voce, che si fa sempre più squillante; con la musicoterapia, già avviata all’ URI, suona vari strumenti, tra cui il pianoforte, e canta!
Con terapia occupazionale fa giochi sulla memoria, sull’attenzione, cucina, realizza una borsa per me, gioca a carte, a uno, a briscola; fa amicizie, ride, scherza, prende in giro i terapisti, quelli più belli li corteggia, la sua ironia e la sua battuta sempre pronte!
Viene tolta la carrozzina pesante, le viene data una più leggera; quindi è la volta del girello per appoggiarsi quando non ci sono io; ora non serve più nulla! La terapista occupazionale un giorno dice “Stop”: Francesca ha realizzato tutti gli obiettivi … è pronta per lavarsi, vestirsi da sola, non ha più bisogno di noi!

 

Tutti il fine settimana si esce, si va nella mia casa di Porto Potenza, dove Franci sta con le sue amate sorelle. La attendono grandi passeggiate, risate, e soprattutto, la mia cucina.
E’tornata a Pescara tre volte prima del grande rientro: ha ripreso possesso della sua casa, del suo letto, della sua famiglia, dei suoi amici, della sua città … Francesca è pronta per tornare a casa definitivamente: il 18 maggio 2019 è vicino … la attende l’estate, la scuola, il suo V liceo; la attende la vita!

 

Francesca in questi mesi è maturata, si è fatta più riflessiva, è consapevole, sa da dove viene, da dove è partita. Ho documentato tutto, attraverso foto, attraverso un diario; i ricordi che non può avere sono acquisiti dai nostri racconti … lei vuole sapere!

 

E’una diciottenne bellissima e grata, profondamente “grata” a Dio e alla Madonna che quella notte l’hanno protetta …
Facciamo molte chiacchierate insieme, abbiamo tempo da dedicarci passeggiando nei giardini del Santo Stefano e Francesca parla e chiede di Dio …

 

A Pasqua è stata a messa nella nostra parrocchia a Pescara, ha desiderato rifare la Comunione, dai tempi della Cresima non andava più.

 

Tutti leggono nei suoi occhi questo entusiasmo per la vita che le è stata offerta una seconda volta!
Per quanto mi riguarda l’ho portata in grembo di nuovo, l’ho ridata alla luce, l’ho risvezzata; le ho dato coraggio, l’ho coccolata, ascoltata, amata, rimproverata, consolata …
Sono stati mesi estremamente duri e bellissimi insieme; è stato doloroso esserci sempre e nello stesso tempo è stato un grande privilegio non perdere una virgola di questa “rinascita”.

 

Ringrazio dal più profondo del cuore tutte le persone che hanno lavorato con Francesca per aiutarla a riassaggiare la vita: tutti i medici, i terapisti, il personale OSS dell’URI e del Reparto B2; i capo sala, le assistenti sociali che mi hanno supportato e consigliato in modo concreto e amorevole.

 

Ringrazio la famiglia e tutti gli amici di Pescara che si sono prodigati per noi!
Vi porto tutti con me!

 

E’stato un lavoro di gruppo, fatto col cuore, dove ognuno ha messo il proprio, e il risultato è stato un grande capolavoro!

 

Mai vi dimenticherò

Letizia


ASSOCIAZIONE MARCHIGIANA TRAUMATIZZATI CRANICI “Andrea” ODV
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